Parliamo nello specifico di Instagram, il social media che sta prendendo sempre più piede sia nell’utilizzo “consumer” sia in quello “business”. Quante volte ti capita di leggere o notare curiosità di Instagram, relativamente al suo utilizzo? Soprattutto perché i social media cambiano, si evolvono quotidianamente e molto spesso senza che ce ne accorgiamo, salvo imbatterci empiricamente in qualche nuova funzione di cui non eravamo a conoscenza.

In questo caso, si tratta di sperimentazioni per migliorarne la fruizione da parte degli utenti finali e l’efficacia per coloro i quali lo utilizzano per promuovere il proprio brand, i cosiddetti inserzionisti.

Curiosità su Instagram: lettura semantica delle foto

Forse non sai che Instagram sta sperimentando l’interpretazione semantica delle immagini. Ebbene sì, pare che una importante novità di Instagram stia nel fatto che riuscirebbe a interpretare i contenuti visivi che sono alla base delle immagini che postiamo. Il condizionale è sempre d’obbligo ma, stando a valutazioni empiriche, è evidente che sta lavorando proprio in questa ottica.

Se finora la valutazione semantica era riferita ai contenuti testuali – quali gli hashtag – sembra che l’evoluzione stia nella lettura anche delle immagini. Infatti, come si può notare ispezionando il codice della pagina, Instagram riesce a descrivere – per ora ancora in maniera generica – il contenuto dell’immagine, se si tratta di persone, di natura o, come in questo caso, di cibo e frutta. Tale descrizione non sembra dipendere dagli hashtag utilizzati, ma è legata esclusivamente al visual.

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Curiosità su Instagram: perché la lettura semantica delle foto?

Quale sia l’obiettivo di questa sperimentazione non è dato saperlo. Per il momento possiamo andare per ipotesi arrivando a spiegazioni più o meno plausibili.
Può darsi che lo scopo sia valutare la coerenza della foto con gli hashtag che la accompagnano oppure con le informazioni di profilo; e perché no, può confrontarle con quanto pubblicato sulla rispettiva pagina Facebook, qualora ce ne fosse una attiva.

Un’altra ipotesi è che potrebbe clusterizzare i contenuti postati in modo da ottimizzare la targetizzazione in caso di sponsorizzazione. Al momento si tratta di congetture; staremo a vedere in futuro quanto giuste o sbagliate.

Ai posteri l’ardua sentenza!